Non è una data importante, ma la deformazione professionale mi porta a dare una qualche importanza ai numeri e questo che sto scrivendo è il centesimo (100°) post del blog Go Ask Alice di Devil May Care (questione di marketing, il nome deve girare).
Da tempo avevo in mente che cosa avrei scritto, a grandi linee, perciò lo farò come al solito facendomi trasportare un po' dal flusso di coscienza (o di incoscienza... fate voi) cercando di riempire le lacune della bozza che sta tutta nella mia testa.
Innanzitutto dedico il post a Blebo che eleggo madrina del mio bloggino, in quanto proprio lei, solo con un paio di parole, mi ha spinto a mettermi qui con quel po' di pazienza e d'ispirazione a scrivere per me e per chi ha voglia di leggere ciò che metto giù, bianco su nero.
Dedico il post a Blebo perchè probabilmente non si rende neppure conto che mi ha cambiato un po' la vita. Perchè comunque un blog è una cosa che ti cambia un pochino. Il blog è il tuo pupillo che accudisci, che nutri, che difendi, per cui ti informi, perchè molte volte hai voglia (in uno scatto di orgoglio) di dare il meglio di te per lui. Per scrivere prendi spunto da ciò che il mondo ti offre e perciò ti guardi attorno con altri occhi. E le prime settimane stai lì a guardare quanti piccoli personaggi da paese delle meraviglie passeranno dalle tue parti a vedere cos'hai da raccontare al mondo.
Proprio a loro va immediatamente il mio pensiero, anzi a voi. Sconosciuti, per certi versi, bloggers cui ormai do del tu anzi... a cui ho sempre dato del tu; perchè comunque la blogsfera è un posto dove ci si da del tu senza tante presentazioni. Il che mi garba non poco.
Vi ringrazio perchè siete una piccola soddisfazione. Ogni commento è una soddisfazione.
Ringrazio anche quello che è diventato il maesto Jedi-blogger Baol per l'affettuosa accoglienza sul suo blog e le sue sorridenti approvazioni. D'altra parte lui è un uomo di blog-mondo. (Benchè non penso abbia frequentato l'accademia Jedi a Cuneo, come me).
Non farò altri nomi perchè me ne scorderei troppi, ma tutti quelli che contano sono nel blogroll a fianco.
Visto che ci sono mi scuso anche per le mie assenze sui vostri blog in questo periodo, ma sto lavorando sodo e, come potete notare, sto trascurando anche la mia creatura.
Come avrete notato ogni post porta il titolo di una canzone. In realtà questa cosa è nata per caso al secondo post che ho scritto. D'altronde pure il nome del blog è il verso di una canzone. Una canzone che mi piace un sacco e che ascoltavo come un matto quando ho messo su il blog e che ha dato il LA a tutti i post più sentiti.
Ora vi saluto affettuosamente e continuerò a inseguire il mio bianconiglio augurandomi di trovare tanti altri personaggi allucinati sul mio cammino in questo gigantesco paese delle meraviglie e cercando di essere meno petulante di quella stupida ragazzina viziata che è Alice. Perchè va bene la curiosità, va bene il non voler passare per stupidi, ma Alice di tanto in tanto è proprio tonta e insopportabile.
Ma chi non lo è un almeno un po' a questo mondo?
Vi lascerò con una cosa che tempo fa ho detto a una mia carissima amica e che probabilmente prima o poi diventerà il testo di una canzone, tanto è tardi e il pensiero concilia.
Perciò giù in gola un lato del fungo per diventare piccolo piccolo e...
l'altra sera ho sognato, un po' ad occhi aperti per la verità, che diventavo piccolo, non più di grande di un una mano.
Stavo di notte di fianco al tuo letto e vegliavo sul tuo sonno.
Potevo vedere i sogni che uscivano dalla tua testa, dai tuoi occhi, come spiriti, come fumo colorato, immagini fluttuanti nel buio. E i sogni emettevano un bagliore fatuo e scendevano sul pavimento.
Io stavo lì sotto aspettando che i pensieri mi arrivasserò a portata di mano e avevo cura di prendere i più belli e sereni e di chiuderli in una piccola scatola di legno. I brutti sogni invece li scartavo; gli incubi, le figure deformi e tutti quei demoni che turbano gli animi li prendevo a calci, li stracciavo, li cacciavo fuori dalla finestra e lontano da te.